How to kill bitcoin
Molti massimalisti di bitcoin hanno sviluppato una fede quasi religiosa nella capacità della principale criptovaluta di sopravvivere a qualsiasi evenienza. Ma vediamo quali sono i modi più probabili per far fallire il progetto bitcoin. Il testo è liberamente tratto dal libro The Bitcoin Standard di Saifedean Ammous.
Hacking
La resistenza di bitcoin agli attacchi è radicata in tre proprietà: la sua semplicità progettuale, la grande potenza di elaborazione che non fa altro che garantire la sicurezza del protocollo e il grande numero di nodi distribuiti che devono raggiungere il consenso su qualsiasi del protocollo.
Per hackerare bitcoin, nel senso di corrompere il registro delle transazioni per spostare in modo fraudolento le monete su un conto specifico, è necessario che un nodo pubblichi un blocco non valido sulla blockchain, e che la maggior parte della rete lo adotti e continui a costruirci sopra.
Dato che i nodi hanno un costo molto basso per rilevare le frodi (costo di verifica del blocco), mentre il costo dell'aggiunta di un blocco di transazioni alla catena è alto e in continuo aumento (costo di validazione di un blocco), e poiché la maggior parte dei nodi della rete ha interesse economico e non solo a far sopravvivere bitcoin, è improbabile che questa battaglia venga vinta dagli aggressori e continua a diventare più difficile man mano che il costo dell'aggiunta di blocchi aumenta.
In buona sostanza, alla base del progetto bitcoin c'è un'asimmetria fondamentale tra il costo di validare un nuovo blocco di transazioni (molto alto) e il costo di verificare la validità delle transazioni in esso contenute (molto basso).
Backdoor hardware
Un'altra possibilità è quella di corrompere l'hardware che esegue il software bitcoin per renderlo accessibile a soggetti esterni. I nodi che eseguono il mining potrebbero, ad esempio, essere dotati di un malware non rilevabile che consenta a estranei di requisire l'hardware. Queste apparecchiature potrebbero quindi essere disattivate o controllate a distanza portando al controlla della maggior parte della rete. Si noti che i produttori di apparecchiature di mining sono al momento relativamente pochi e questo aumenta le probabilità di successo di questo attacco.
Un altro esempio di attacco simile potrebbe essere quello di una tecnologia di spionaggio installata sui computer degli utenti che consenta di accedere ai bitcoin degli stessi accedendo alle loro chiavi private. Attacchi di questo tipo su scala massiccia potrebbero minare gravemente la fiducia nel bitcoin come asset e la domanda della stesso, e quindi far crollare il suo prezzo di mercato.
Una difesa particolarmente importante contro questo tipo di attacchi è rappresentata dalle tendenze anarchiche e cypherpunk dei bitcoiner, che li portano a credere molto di più nella verifica che nella fiducia (in base al motto don't trust, verify). I bitcoiner sono generalmente tecnicamente molto competenti e sono molto meticolosi nell'esaminare l'hardware e il software che utilizzano. La cultura dell'open source e del peer review agisce inoltre come una difesa significativa contro questo tipo di attacchi.
Attacco all'infrastruttura di Internet
Questo tipo di attacco nasce da un fraintendimento, ossia che bitcoin sia una infrastruttura che connette nodi (computer). In realtà bitcoin è un protocollo software, ossia un metodo per connettere computer tra di loro, come lo è il TCP/IP per Internet.
Di conseguenza, bitcoin non necessita di una particolare infrastruttura per funzionare; in particolare, la dimensione ridotta dei suoi blocchi e della relativa catena permette di usare un qualsiasi metodo di connessione, cablato o senza fili, per la trasmissione dei dati tra i nodi della rete, e ogni singolo nodo può scegliere il metodo di trasmissione che preferisce.
Incremento dei costi di un nodo e riduzione del relativo numero
Se il costo di gestione di un nodo bitcoin dovesse aumentare in modo significativo, la gestione di un nodo diventerebbe più difficile per un numero sempre maggiore di utenti e, di conseguenza, diminuirebbe il numero di nodi sulla rete. Una rete con poche decine di nodi smette di essere una rete effettivamente decentralizzata, poiché diventa possibile per i pochi nodi che la gestiscono colludere per alterare le regole della rete a proprio vantaggio.
Il costo per mantenere un nodo bitcoin è direttamente legato alla dimensione della blockchain, ossia alla dimensione del blocco. In particolare, un hard fork sulla blockchain bitcoin che vada a modificare questa dimensione, come è accaduto in passato, potrebbe alzare i costi e ridurre la quantità di nodi, se la catena risultante diventasse la principale, ovvero quella scelta dalla maggioranza dei miner. Questo però, in passato, non è mai accaduto.
L'avvento della computazione quantistica
La crittografia nella tecnologia blockchain e in particolare in bitcoin è usata sostanzialmente per gli algoritmi di crittografia asimmetrica che servono a firmare transazioni con chiavi private e verificare le firme con chiavi pubbliche e negli algoritmi di hashing che creano impronte digitali per blocchi o frammenti di essi (come transazioni).
L'avvento del computer quantistico avrebbe queste conseguenza:
gli algoritmi di crittografia asimmetrica non sarebbero più sicuri e quindi necessiterebbero di essere sostituiti
gli algoritmi di hashing rimarrebbero sicuri ma la dimensione della chiave dovrebbe essere aumentata
In ogni caso, la computazione quantistica non arriverà dall'oggi al domani e ci sarà il tempo per preparare queste modifiche.
Attacchi normativi e regolamentazione ostile
Stati e banche centrali potrebbero cercare di vietare bitcoin, vietandone il mining, lo scambio o l'uso come strumento finanziario. Tuttavia:
I divieti totali (come in Cina) non hanno fermato il trading OTC o decentralizzato (ad esempio tramite DEX o Lightning Network).
Regolamentazioni severe (come possibili tasse sui profitti in BTC) potrebbero rallentare l’adozione nei paesi sviluppati, ma spingerebbero bitcoin verso un uso maggiore nei paesi con valute deboli.
Stati come El Salvador hanno già dato a Bitcoin uno status legale, dimostrando che alcuni governi lo vedono come un'opportunità
La cooptazione finanziaria
Bitcoin è nato come una moneta decentralizzata e senza intermediari, ma l'ingresso delle grandi istituzioni finanziarie tradizionali (Wall Street, banche, fondi d’investimento, ETF) potrebbe portare a una progressiva centralizzazione e alla perdita di alcune delle sue proprietà fondamentali.
Gli ETF richiedono una custodia centralizzata per detenere bitcoin a nome degli investitori. Se giganti come BlackRock controllano una grande fetta di bitcoin, potrebbero acquisire un'influenza sproporzionata sul mercato. In particolare, bitcoin è stato creato per eliminare la necessità di fidarsi di terze parti, ma con gli ETF, gli investitori non possiedono direttamente i loro bitcoin (auto-custodia), ma delegano il possesso a exchange centralizzati (tipo Coinbase), come avviene per la moneta a corso legale e le banche.
Inoltre, se bitcoin venisse integrato troppo nel sistema finanziario tradizionale, potrebbe subire le stesse regole e censure applicate ad altri asset. Ad esempio, il governo potrebbe esercitare pressioni su BlackRock e sui custodi dei fondi (come Coinbase) per bloccare transazioni, congelare fondi o imporre KYC/AML obbligatori su tutte transazioni, anche fuori dagli exchange centralizzati.
Questo potrebbe creare un mercato con due tipi di bitcoin:
bitcoin regolamentato (quello accettato da banche e istituzioni).
bitcoin non regolamentato (fuori dai circuiti finanziari ufficiali, potenzialmente con uno sconto di prezzo o minore liquidità).
Un ritorno ad una moneta forte
È altamente improbabile che il tentativo di attaccare o distruggere bitcoin in uno qualsiasi dei modi menzionati in precedenza abbia successo, perché è in conflitto con gli incentivi economici che guidano l'uso di bitcoin. La situazione è analoga al tentativo di vietare la ruota o un coltello. Finché la tecnologia è utile per le persone, i tentativi di vietarla falliranno, perché le persone continueranno a trovare il modo di utilizzarla, legalmente o meno. L'unico modo per fermare una tecnologia non è vietarla, ma inventare un sostituto migliore o ovviare alla necessità di usarla. La macchina da scrivere non potrà mai essere vietata o abolita per legge, ma l'avvento del PC l'ha di fatto uccisa.
La domanda di bitcoin nasce dall'esigenza degli individui di tutto il mondo di effettuare transazioni che eludano i controlli politici e di avere una riserva di valore resistente all'inflazione. Finché le autorità politiche imporranno restrizioni e limitazioni al trasferimento di denaro da parte dei singoli individui e finché il denaro dei governi sarà svalutabile aumentandone l'offerta (easy money), la domanda di bitcoin continuerà a esistere e la diminuzione della crescita dell'offerta di bitcoin porterà probabilmente a un apprezzamento del suo valore nel tempo, attirando così un numero sempre maggiore di persone a utilizzarlo come riserva di valore. In sostanza, il rischio più grande non è un attacco diretto, ma l'eventuale diminuzione della domanda. Finché esiste un bisogno di denaro resistente all’inflazione e fuori dal controllo statale, bitcoin continuerà ad avere una ragione d'essere.
Ipoteticamente, se i sistemi bancari e monetari di tutto il mondo venissero sostituiti con quelli del gold standard della fine del XIX secolo, dove la libertà individuale e il denaro forte (hard money) erano fondamentali, la domanda di bitcoin probabilmente diminuirebbe in modo significativo. Questa possibilità di ritorno al gold standard è remota in quanto questo scenario è molto distante dal pensiero della maggior parte dei politici e dei cittadini nel mondo.
Un'altra possibilità per far deragliare il bitcoin sarebbe l'invenzione di una nuova forma di denaro forte superiore al bitcoin, ad esempio attraverso altre criptovalute che imitano il bitcoin (altcoin). In realtà, bitcoin è l'unica moneta digitale veramente decentralizzata che è cresciuta spontaneamente come un equilibrio bilanciato tra miner, programmatori e utenti, nessuno dei quali può controllarla.
Qualsiasi valuta digitale costruita dopo il bitcoin si trova di fronte a una profonda crisi esistenziale: poiché il bitcoin esiste già, con maggiore sicurezza, potenza di elaborazione e una base di utenti consolidata, chiunque voglia utilizzare il contante digitale lo preferirà naturalmente a alternative più piccole e meno sicure. Poiché la replica del codice per generare una nuova moneta è quasi priva di costi e le imitazioni proliferano, è probabile che nessuna moneta sviluppi una crescita o uno slancio significativo a meno che non ci sia un team attivo che si dedichi a coltivarla, farla crescere, codificarla e renderla sicura. Ovvero, qualcuno di cui fidarsi. Ma questa soluzione avrebbe un alto grado di centralizzazione, con tutti gli svantaggi del caso, in particolare la possibilità di svalutare la moneta.
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